Possiamo orientare le vele, non cambiare la direzione del Vento

Possiamo orientare le vele, non cambiare la direzione del Vento

In noi esistono due dimensioni del Tempo.
La nostra parte vitale, biologica vive nel qui e ora. Pensa a ciò che ci tiene in Vita e ci garantisce piacere sessuale, inteso come relazionale, e sociale…si attiva ogni volta che non proviamo questo “piacere” mandandoci in sopravvivenza.
Poi arriva la mente, l’ego o come lo si voglia chiamare. Quella parte che “pensa” e ha la facoltà di bloccare l’azione della prima. Ma…un secondo dopo.
Noi non viviamo…siamo vissuti. Diventiamo consapevoli della realtà e di come l’abbiamo integrata quando la nostra parte vitale l’ha già elaborata e ha deciso se va bene o se dobbiamo reagire.
Nessuno può decidere se avere o non avere fame, quando avere lo stimolo alla minzione o se ha una predisposizione all’arte, alla finanza, alle lettere o alla scienza.
C’è una parte di noi che decide per noi. L’integrazione di queste due parti non può avvenire in modo razionale. Con i nostri ridicoli processi mentali possiamo solo comprendere qualche regola, qualche fatto, constatare. Null’altro.
Tuttavia entrando profondamente in quella parte, andando nell’incontro di se stessi, potremmo divenire co-creatori della nostra Vita, non condizionandone contenuto e forma, ma assecondandone il volere.
Come marinaio che può orientare le vele, ma che non può cambiare la direzione del vento.
Quella parte, il “vento”, non sbaglia mai.
Quella parte ti permette di sentirti fottutamente “vivo”. Ti costringe ad uscire dal porto in cui galleggi sicuro, per solcare mari e oceani.
Ma non “sbaglia” mai.
Ti costringe a cambiare lavoro, ti fa saltare amicizie, relazioni, matrimoni.
Ma non sbaglia mai.
Perché il suo obiettivo è tenerti “vivo” e farti “stare nel piacere”. Usa il “tempo” del qui e ora…
L’altra parte, quella che un secondo dopo, valuta ciò che ha deciso la prima e talvolta ne inibisce l’azione è la maschera che ci siamo creati per essere amati e accettati dagli altri. Sacrificando una parte, autentica, di noi stessi.
Il primo tempo è la potenza…il secondo la concretizzazione. Solo mettendoli in contatto si realizza a pieno la potenzialità di un essere umano. Solo sperimentando la Vita, facendo “esperienza” di essa è possibile viverla…forse la Vita, questa Vita, è davvero solo un’esperienza che ha bisogno solo di una cosa: essere “vissuta senza esitazioni”.
Il verbo dell’inizio è “io esito”…è la difficoltà che nutriamo ogni volta che, ascoltandoci, temiamo di fare, di agire, nonostante la spinta interiore sia forte e chiara. E per gli altri o per noi, rinunciamo…”esitiamo” all’azione.
Eppure per avere la certezza di “esistere” è necessario “non esitare”. E’ necessario sperimentare la Vita in ogni suo attimo, come il nostro Sé ci chiede. Mangiare quando si ha fame, non ad orari prestabiliti, bere quando si ha sete…abbracciare…baciare…danzare…vivere.
L’unica cosa che ci chiede il nostro è profondo è: “non esitare”…Vivi !
Smettila di esitare. Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo.
Invece per scelta o necessità, molti di noi non riescono più a sentire quella pulsione vitale che spinge. Sono morti da tempo. Certo il corpo è in buona salute, ma le relazioni sono finte, le emozioni inesistenti, le ideazioni di altri. Usano il corpo per gestire le ideazioni di altri.
Perché se non ho ideazioni di vita mia, per forza sto “prestando” il mio corpo per le ideazioni di altri.
Davvero sappiamo cosa vogliamo ? Davvero siamo felici ogni giorno di svegliarci e fare ciò che facciamo ? Cosa ci impedisce di farlo davvero ? Cosa di “solcare” mari incerti ?
La risposta è una sola: noi stessi e la maschera che abbiamo creato.
Sin da piccoli perché entusiasti della Vita qualcuno ha iniziato a dirci “no”.
E questo monosillabo è diventato una sorta di “mantra” che attiviamo ogni volta qualcosa di ciò che sentiamo ci spinge ad essere o fare cose “diverse”…
Mandrie di zombi, deceduti da decenni, che passano da una scatola all’altra per uno stipendio che pagherà la scatola in cui vivono e con cui si muovono e quella in cui staranno per l’eternità.
Zombi che protestano se gli tolgono la possibilità di essere schiavi.
Zombi che lottano per avere un padrone a cui vendere a pochi euro la cosa più cara che la Vita ci dona: il Tempo.
Mandrie che “lottano” per avere 30 giorni “liberi” all’anno, che lottano per avere il tempo libero. Per avere un “permesso”. Anche per andare al bagno.
Mandrie a cui viene dato un ordine, privo di qualsivoglia fondamento, che obbediscono senza neppure alzare la mano per avere una spiegazione.
“Un’aquila, se allevata, col le galline, penserà che volare sia una malattia…”
aggiungo alla famosa frase di Jodorowsky…
”ed esiterà a scoccare il primo battito d’ali per paura di perdere l’amicizia delle altre galline ed il mangime sicuro di ogni giorno”.
La prima lettera dell’alfabeto ebraico è la Alef…in essa è contenuto l’inizio…l’inizio del Tempo.
Questo inizio passa attraverso “il silenzio”. Per iniziare a “sentire” il mio “tempo vitale”, quello che mi “muove” alla Vita è necessario che stia in “silenzio”. Il nostro Sé parla piano, a voce bassa, quasi bisbiglia. Non ha il fragore dell’ego. Con lui non esiste alcun dialogo: chi ve ne parla racconta sciocchezze. Posso solo “sentire” cosa mi sta dicendo ed assecondarne il volere. Inibendone l’agito o soffocandone il suono, o peggio ancora, provando a controllarlo, maschero, blocco, freno una sola cosa: la Vita.
La Vita vuole sono una cosa: che la si smetta di esitare a Viverla. Ci chiede solo questo.
E per chi è già zombi, o peggio, deceduto, una profonda scarica di corrente per riprendere a sentire e sentirsi…
Vi auguro di Vivere nel Tempo Vitale
Vi auguro di smettere di pensare
Vi auguro di smettere di esitare
Vi auguro di smettere di dire “no”
Vi auguro di riprendere a vivere, resuscitare o rinascere a Vita Nuova…
Vi auguro momenti di “silenzio interiore” così profondo da sentire l’eco del vostro animo
In una parola…vi auguro di tornare ad “esistere” a vivere solo la Vita che ciascuno ha scelto per sé. Perché se non vivi per te…vivi per altri.
La Vita, la tua Vita, ti chiede solo una cosa: di avere fiducia in Lei.
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