Prima…Vera

Prima…Vera

Aprile…
La Primavera è alla Porta. Il quarto mese dell’anno apre la Daleth alla Primavera.
Esattamente come la Daleth apre la porta che connette la Mente con il Cuore, il Pensiero con il Sentimento, la Razionalità con le Emozioni.
La mente è il nostro migliore alleato, salvo non diventi il nostro padrone, è il nostro migliore servo salvo non ci governi…il cuore, i sentimenti, le emozioni sono…impronunciabili, indefinibili: sono e basta.
Cosa sento, cosa provo quando parlo con le persone ? Cosa vedo dentro la loro Daleth ?
Dolore…spesso immenso. Vedo un bambino che piange perché non è stato riconosciuto, perché non ha un’identità in questa Vita, piange perché non ascolta i propri bisogni, non si dà e non riesce a regalarsi del tempo per sé, perché non accetta la propria sessualità…perché si sente solo e fuori dal contatto con gli altri.
Dolore: è questo che ascolto, è quello che sento. Dentro la Daleth, dentro la Porta.
Dietro ogni disagio, ogni malattia, sia fisica che psichica…sento…Dolore.
Spesso un dolore immenso di chi piange per un’ora.
Il dolore di chi ti chiede un abbraccio per sentirsi vivo.
Di chi ti confessa che vorrebbe morire se non avesse i figli a tenerlo vivo.
Dolore…sempre più dolore.
Da questa parte della scrivania vorresti sanarlo.
Vorresti trasformarlo, esattamente come l’Inverno sta diventando Primavera. Ma nessuno guarisce nessuno. Ognuno può solo lavorare su se stesso, per se stesso. Se qualcuno “guarisse” si porrebbe al posto di Dio…indipendentemente da confessioni religiose.
Al posto della Vita o di chi può sanare questo dolore.
Tra uomini e donne, quali siamo, possiamo solo indicarci l’un l’altro una via d’uscita e gioire nella maniera più piena quando l’altro riesce ad imboccarla. Sia attraverso la biologia, la chimica, la psicologia o chissà cos’altro. Non importa cosa ci porti a guarire, basta che avvenga.
Da questa parte della scrivania deve aprirsi la porta, la Daleth.
Perché tutto questo dolore trovi un altro bambino ad accoglierlo.
E si crei empatia: mal comune mezzo gaudio.
Solo così, solo quando i due bambini si parleranno, il dolore di una parte avrà la possibilità di raggiungere l’altro, solo allora inizierà un vero e proprio processo di guarigione.
Ed allora un bimbo chiederà all’altro: cos’è la guarigione ?
E l’altro risponderà che non è solo la banale risoluzione dei sintomi oppure la “sistemazione” di un tessuto o di un organo.
Quella si chiama “riparazione” ed è tipica del corpo. Il corpo non guarisce…ripara.
La guarigione è di un piano superiore…oppure interiore a seconda di come lo si voglia vedere. Si guariscono le ferite profonde dell’animo…quelle si.
Quelle che ci tengono ancora ragazzini.
La guarigione è un atto magico in cui si pone una pezza d’amore in un vuoto di paura.
E’ quel momento in cui si muore, muore una parte di noi e ne rinasce una nuova.
La guarigione è un atto di coraggio che ci permette di crescere e far crescere quella parte di noi che, rimasta bambina, sta ancora soffrendo.
La Guarigione è una Presa di Coscienza all’interno di un Vuoto: è la percezione a livello cellulare che la “storia” ha un impatto su di me. Internamente, non all’esterno. E’ mettere A-more in una parte di noi stessi…Comprendere “perché” a livello Inconscio vivo e cerco alcune situazioni mi permette di non giudicarle e di metterci Amore.
Questo dice un bambino all’altro dietro alla scrivania: e il primo smette di piangere e sorride.
Sorride perché è morto e rinato.
Perché ora può ricominciare a crescere.
Sorride perché capisce che quel dolore serve…altrochè se serve.
A prendere consapevolezza di esserci.
Il dolore ci dà la piena consapevolezza di dove siamo. Il dolore mi dà la certezza che esisto.
Se mi duole un dente, in quel momento ho la certezza di averlo…forse perché per tempo avevo “dimenticato” di prendermene cura.
Il dolore arriva a ricordarci di prenderci cura di parti di noi.
Ci dà la garanzia di averle.
E’ l’urlo estremo del bambino che è in noi per spingerci ad esistere…in piena consapevolezza.
E’ giusto sanarlo, ma è vitale percepirlo, entrarci dentro, viverlo…per poi lasciarlo andare.
Buona Morte quindi, Buona Rinascita…
Buona Riparazione e Buona Guarigione.
Ma soprattutto Buona Crescita.
Noi tutti di Daleth
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