La Verità

La Verità

Cos’è la Verità ?
“Qualcuno” mi ha detto non tanto cos’è, ma dove si trova…affinchè anch’io la possa scovare.
Esattamente 10 metri avanti a me.
Mi muovo, cerco di raggiungerla, ma quando la sto per prendere…si sposta per altri 10 metri avanti. E questo gioco continua. Per tutta la Vita.
Con quale fine ? Con quale scopo ?
Un unico obiettivo: farmi camminare. Sempre…mantenendo attivi dubbio, curiosità, voglia di ricercare, voglia di andare avanti, di operare un continuo e incessante cambiamento.
Oggi invece sembra che la Verità sia cosa assodata, che alcuni ne detengano la custodia.
Che nessuno ne possa accedere tranne loro. “Io sono la Porta” recitava il Cristo.
Ma Lui lo faceva a ragion veduta. Indipendentemente dalla confessione religiosa…era il Cristo. Figlio o Profeta di Dio, deteneva una sua Verità che non imponeva, lasciando liberi gli altri di credere, verificare e sperimentare. Nessun obbligo, nessuna punizione.
E soprattutto diveniva Lui stesso il “tramite”, la Porta per la Verità.
Cosa vuol dire la parola Verità ?
L’etimologia della parola Verità è riconducibile al sanscrito vrtta = fatto, accadimento. Pertanto il termine verità indica qualcosa di realmente accaduto nei fatti. Un’altra interpretazione etimologica attribuisce l’origine della parola Verità alla radice Var- che nello zendo (la lingua dei testi sacri zoroastriani dell’antico Iran) vuol dire credere; del resto anche il sanscrito Varami significa scelgo, voglio. Questa seconda interpretazione etimologica sottolinea, piuttosto che l’aspetto fattuale e reale della verità, il significato ed il valore etico, morale e perfino spirituale della verità o meglio della Verità, perché essa indica ciò in cui credo, ciò che scelgo, voglio, spero…. mettendo in luce l’importanza della libera e volontaria adesione ad Essa…
E’ straordinario come le parole contengano in sé già le risposte alle nostre domande.
La Verità dunque, seguendo il suo significato, è ciò a cui io credo, a cui scelgo di credere, voglio credere e in cui spero sulla base di fatti, a me, realmente accaduti.
La domanda sorge spontanea: ma allora ognuno ha la Sua Verità ? Ognuno può “interpretare” i fatti con il proprio risentito ? Ognuno può arrivare a “credere” a ciò che ritiene vero ?
E chi mi autorizza a “credere” che la mia Verità sia migliore o più vera della tua ?
La Scienza…direbbe qualcuno. Eppure la “Scienza” predica che è “scientifico” ciò che è riproducibile, dimostrabile e prevedibile nel 100 % dei casi…fatto salvo qualche libro di leggi di fisica e chimica, il resto della nostra Vita è “ipotesi”, “percentuali”…illusioni…è la nostra Verità. E chi mi dice che la mia “ipotesi scientifica” sia meglio della tua ? Qualche numero ?
E continuamente le modifichiamo, continuamente ne cerchiamo e troviamo di nuove.
Ci “adattiamo” al mondo che ci circonda cambiando la nostra realtà. Un “migliore amico” che diviene un estraneo, un lavoro che diviene alienante, un compagno di vita un nemico.
Maggio ci “con-duce” verso l’estate…ci fa da ponte. Sembra non avere un proprio “ruolo” se non quello di unire il primo tepore di Aprile con il caldo di Giugno. Maggio è importante perché con-durre è importante. Ma fare da ponte implica il rischio di non sentirsi ri-conosciuti. Del resto un ponte unisce due rive…è importante, ma se non c’è…basta camminare un po’ e si trova un altro ponte.
Un po’ come il Papa…importantissimo Ponte tra noi e il Divino, ma via uno, dentro un altro.
E’ una figura venerata quella del Papa. Un papà senza accento. Un papà senza ri-conoscimento. Dovrebbe essere la Porta tra l’uomo e il divino nella religione cattolica. Dovrebbe.
L’ultimo degli ultimi, pur essendo primo tra i primi.
Colui che non viene ri-conosciuto, che sparisce per diventare “strumento” per altri.
E’ questo il pericolo che corriamo da piccini. Non sentirci “riconosciuti”.
Se da adulti, consapevolmente, è un gioco straordinario per distruggere l’Ego, da piccoli rischia di farci perdere l’identità. Chi sono ? Chi mi ri-conosce ?
Abbiamo cercato invano ri-conoscimento nei genitori…in nostro padre.
Invano cercavamo in lui una identità. Ma nulla.
Allora, il cervello ha capito che è Vitale, per sopravvivere continuare così.
Cercare il ri-conoscimento negli altri.
Ogni cosa fatta o detta, ogni lavoro, ogni azione passa attraverso il riconoscimento di chi mi circonda. Ed Io ? Dove sono ? Chiaro: solo dove vengo riconosciuto.
Ma quello non sono Io? Certo: sei Ciò che sei diventato per farti ri-conoscere. Tu non esisti più.
Così quella Verità che era nascosta nel punto più sicuro al mondo, dentro di Te, rimane sepolta per sempre…e tu, sei diventato uno specchio della Verità di altri. Cosìcche anziché cercare, in un viaggio interiore, sempre più dentro a te, il dono profondo che la Vita ti ha donato, ti preoccupi di sapere se i tuoi “com-portamenti” sono stati accettati, apprezzati, riconosciuti.
Perché il tuo Valore, la tua Identità non dipendono più da Te, ma da ciò che altri, vicini o meno, diranno e ri-conosceranno in Te. E se da un lato avrai trovato qualcuno che ti riconosce…dall’altro avrai smarrito il senso della ricerca della Verità: Te stesso.
L’augurio di Daleth per Maggio è che ciascuno inizi o prosegua il viaggio dentro di sé per conoscersi e ri-conoscersi. Citando Jung “Non abbiamo paura della nostra Luce ma della nostra ombra…se non portiamo alla luce il nostro inconscio, lui guiderà la nostra Vita e noi lo chiameremo Destino”. Che possa, ciascuno di noi, divenire il vero “protagonista” della propria Vita.
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